DRRIIIIIIIIIINNNN!!!
Laseconda parte non poteva iniziare che così, visto che il risveglio è stato a dir poco burrascoso! Ma torniamo a noi…
Tutti pronti, verso le 8 ripartiamo in direzione Lodi, dove ci attendeva il campo macerie situato a Codogno.
Questo era a mio parere molto più realistico e di conseguenza stressante. Infatti, nonostante ci fossero comunque nascondigli appositamente studiati e in sicurezza per i figuranti, l’ambiente era più ostico e costituito da vere e proprie macerie che si sviluppavano anche in altezza.
In particolare si trovavano resti di un capannone e di un casolare, e i tombini di cui parlavo quando descrivevo il campo di Ghedi erano qui all’interno e al di sotto di questi stessi resti, a simulare quasi un vero e proprio territorio terremotato.
Ma come si sono comportati i nostri cani?
Per quanto riguarda Astrid, era in evidente difficoltà, il terreno era instabile ed era un ulteriore prova per lei, un’altra novità tra le tante nel giro di 24 ore.
Anche per Marley è stata una prova impegnativa, ma a piccoli passi siamo riusciti a migliorare il suo stato d’animo.
È per questi motivi che io e Arianna a fine giornata abbiamo poi trascorso del tempo in libertà sulle macerie, camminando insieme a loro e premiandoli, cercando di fargli prendere ulteriore confidenza e lasciar loro un ricordo positivo.
Palù si è dimostrata ancora una volta bravissima, a suo agio nonostante l’ambiente, come se l’avesse sempre fatto, come se fosse nata proprio per fare questo. Tra l’altro i piccoli problemi di gestione che di solito si mostrano in superficie, sembravano scomparsi. Chissà, dovremo aprire una sezione nel k9 dedicata alle macerie? Sicuramente Palù sarebbe felice (e probabilmente anche Isa).
Nitro a sua volta non ha mostrato troppa repulsione, e ben stimolato dalla sua adorata manica ha affrontato gli ostacoli in modo molto positivo. Sembrava quasi più a suo agio del giorno prima.
Un tipo di campo come questo è una grande prova per qualsiasi cane, che si trova a dover fare il lavoro di ricerca in un ambiente completamente nuovo, in modo totalmente diverso.
Il cane è costretto, in questi casi, non solo ad usare il naso (avvantaggiati sono quei cani come Palù a cui questo viene naturalissimo), ma anche la testa.
Trovo che presentare loro tutti questi stimoli, li aiuti a ragionare e a trovare soluzioni, nonché sicurezza in se stessi, se correttamente sostenuti da noi conduttori.
Bisogna però staremo molti attenti a non esagerare con lo stress che in questo modo procuriamo al cane, che potrebbe portarla a chiudersi e sicuramente non a farlo divertire.
Bisogna andare per gradi, cominciando da prima dalla movimentazione sul terreno e non certo da una ricerca. A seguire, se il primo step è superato senza difficoltà, qualche invio su stimolo e con figurante in vista. Si insomma, avete capito, si riparte praticamente da zero perché per il cane è un esercizio completamente diverso da quello cui è abituato!
È indispensabile quindi essere empatici, saper leggere il cane e i suoi segnali di stress per capire quando fermarsi, ed è necessario essere anche umili per farlo. Non lasciate mai che la vostra voglia di risaltare offuschi le vere priorità, perché il successo si costruisce piano piano e non sempre si esplica in un primo posto sul podio 😉
Per concludere (e finalmente direte voi), queste due giornate sono state – come sempre, ma forse più del solito – altamente formative. Ci hanno aiutato a riconoscere e comprendere i limiti dei nostri cani (che comunque rimangono super cani perché non è da tutti essere capaci di affrontare situazioni del genere con questo spirito di collaborazione), nonché a capire come aiutarli a superarli.
Dopo esperienze così intense mi rendo conto di quanto lavoro necessiti la strada che porta alla possibilità di salvare realmente vite. Un lavoro che riguarda il cane e soprattutto noi stessi.
Ci tengo a ringraziare ancora una volta i nostri compagni di avventure dell’”All for dog – K9” di Torino, che hanno contribuito ad arricchire le nostre giornate.
Grazie ai responsabili dei campi che ci hanno ospitato e permesso di usufruirne.
Grazie a Simone che ci permette di vivere tutto questo.
Alla prossima ragazzi!